L’iniziativa è partita dal giornale londinese Times nel febbraio scorso e si è diffusa rapidamente grazie alla rete ed ai social network che l’hanno rilanciata ed amplificata, ed anche la città ha deciso di aderire. Otto i punti sui quali lavorare individuati dal giornale londinese e poi approdati anche in Italia: dotare gli autoarticolati che entrano in una città di sensori, allarmi sonori per la svolta, specchi supplementari e barre di sicurezza che evitino ai ciclisti di finire sotto le ruote, l’individuazione degli incroci più pericolosi per dotarli di semafori preferenziali, un’indagine sulla mobilità ciclabile e su quanti ciclisti subiscono incidenti, la destinazione del 2% del budget di ANAS alla creazione di piste ciclabili di nuova generazione, il miglioramento della formazione per automobilisti e ciclisti, l’istituzione del limite di velocità a 30 km/h nelle aree residenziali senza piste ciclabili, l’invito anche ai privati di sponsorizzare nuove piste e la nomina in ogni città di un “commissario alla ciclabilità”.