Un grande spettacolo del colore: così è stata presentata la retrospettiva Glorious Technicolor, che la 65ma Berlinale, dedica al centesimo anniversario del processo di colorazione delle pellicole che è diventato leggenda ben oltre i confini di Hollywood. Dal 5 al 15 febbraio, nelle 10 giornate di festival, saranno presentate al pubblico 30 grandi film in Technicolor, alcuni dei quali hanno subito un accurato processo di restauro, che ne ha riportato in vita lo splendore dei colori.
Dai primi esperimenti del 1915, che potevano però riprodurre solo una limitata gamma di colori, il Technicolor è stato progressivamente e costantemente migliorato. I tempi d'oro sono quelli degli anni Trenta del Novecento, ma le modifiche e le migliorie continuano fino agli anni Cinquanta. Il Technicolor dà i suoi migliori frutti nei grandi melodrammi, nei film musicali e in quelli d'avventura. Dai "paesaggi dell'anima" de Il giardino di Allah (1936) con Marlene Dietrich, alle ambientazioni bizzarre de I tre moschettieri (1948) di George Sydney, dal leggendario Mago di Oz di Victor Fleming (1939), quasi un cartone animato per la definizione e intensità dei colori, fino agli sfondi pieni e intensi de Gli uomini preferiscono le bionde (1953), con Marilyn Monroe, per arrivare infine ai grandi panorami western di Duello al sole (1946) e del fordiano I cavalieri del Nord Ovest (1949).
Sarà inoltre possibile ammirare il rosso sfolgorante dei cieli del Sud in Via col Vento o l'intenso giallo degli impermeabili di Singin' in the Rain, a cui il Technicolor ha dato profondità e intensità, con un processo che - come afferma il direttore della Berlinale Dieter Kosslick - "insieme alle tendenze culturali ed economiche del tempo, ha prodotto opere capaci ancora oggi di emozionare il pubblico che ama il cinema".
Foto: © Berlinale