Siamo ad Acquanegra Cremonese, nel cuore della Padania. Nel ristorante "La Locanda del Migrante", gestito da stravaganti personaggi e frequentato da altrettanto eccentrici avventori, si susseguono numerose ed esilaranti vicende che hanno suscitato nel pubblico grande divertimento e partecipazione.
È questa, in breve, la storia avvincente e divertente che è stata portata in scena al Teatro Alfieri dalla Compagnia delle Frottole e dall’Associazione culturale I Buffoni di Corte Onlus, in collaborazione con 1 Caffè, la Onlus digitale di Luca Argentero (che ha anche partecipato alla parte finale dello spettacolo) che sostiene, usando il web, tante piccole realtà no-profit italiane.
“La Locanda del Migrante” è la sintesi e il frutto di un’esperienza pluridecennale maturata dall’Associazione I Buffoni di Corte nel campo della formazione in ambito teatrale e drammaturgico di ragazzi disabili, volta a favorirne l’integrazione e l’inserimento nel tessuto sociale.
Il ricavato dell’iniziativa è in parte destinato al finanziamento di nuovi progetti promossi dall’Associazione I Buffoni di Corte ed in parte devoluto in beneficenza a sostegno di 1caffe.org.
La Compagnia delle Frottole
Testo e regia Luca Nicolino
Coreografie Stefania Sburlati
Scenografie Laboratorio di falegnameria Saltimbanco
Costumi Irma Cuentas, Julia Gamboa, Carla Meneses
Trucco Natascia Malavasi
Regia audio luci Federico Merula
Cast Federico Argenta, Giancarlo Becchio, Monja Castello, Corrado Cavagnino, Matteo Deandreis, Paola Demichelis, Elisabetta Dua, Edoardo Faletti, Elena Follo, Erika Fumini, Stefano Gilardi, Federico Immediata, Enrico Mura, Massimiliano Napoli, Luca Nicolino, Edoardo Oliaro, Valentina Paonessa, Rossana Postiglione, Marta Pulimeno, Paolo Remoto, Sandro Remoto, Gian Luca Rovetto, Stefania Sburlati, Mara Spazzarini, Ilenia Zocco.
La Compagnia delle Frottole, non delle bugie. La frottola è un componimento in versi, con intenti satirici e di origine giullaresca. Siamo noi: satiri, giullari e facciamo versi. Ci piace stare di fronte a un pubblico in maniera corale, amiamo vivere il profumo del palcoscenico e adoriamo la spontaneità del teatro di strada; giochiamo ai travestimenti, pur rimanendo sempre noi stessi grazie a storie originali cucite sulle nostre qualità; realizziamo i nostri sogni usando le concrete emozioni che il teatro ci affida.
“Abbiamo la pretesa di divertire chi ci guarda, anche a costo di farlo riflettere. Ci incontriamo ogni lunedì e ogni tanto di sabato, però ci salutiamo sempre come se non ci vedessimo da una vita. Ci consideriamo buffoni perché recitiamo, balliamo e soprattutto perché sorridiamo. Non siamo professionisti, ma per l’impegno e l’entusiasmo ci sentiamo professionali. Qualcuno di noi ha i capelli ricci, qualcun altro ha la sindrome di Down, altri hanno gli occhi chiari…”